Dopo trent'anni di querelle tra i Comuni di Brolo e Piraino il depuratore è stato appaltato e costruito. Si trova a Gliaca di Piraino in mezzo a uliveti ed agrumeti, l'ultimo fazzoletto di terra verde rimasto. Sì, perchè tutto il resto è finito sotto le tonnellate di cemento e brutture frutto di un Piano regolatore che sognava di trasformare la frazione marina di Piraino in una nuova Taormina.
Stiamo parlando del nuovo impianto di depurazione, il cui iter venne sbloccato dall'ex amministrazione Princiotta, che servirà i Comuni di Piraino, Brolo e S.Angelo di Brolo appartenenti al consorzio. Nonostante le numerose resistenze di personaggi che sognavano palazzine al posto del depuratore oggi l'impianto è lì. Un toccasana per il mare e il turismo che su questo si fonda. Ufficialmente è ancora in fase di collaudo ma durante l'estate, periodo di massimo apporto fognario, in alcuni giorni la sua presenza si è fatta sentire. A rassicurare sul funzionamento i tecnici che hanno garantito che le emissioni di cattivi odori sono causati dalla fase di collaudo e dal fatto che l'impianto non è ancora a regime.
Ma per saperne di più su come sono stati risolti i problemi e per lanciare proposte ai Sindaci del Consorzio sono intervenuti in questi giorni i consiglieri di opposizione del Comune di Piraino Marco Ceraolo Spurio e Ignazio Natoli. Con una lettera interrogazione hanno chiesto ai Sindaci del consorzio di conoscere come hanno risolto il problema delle emissioni di cattivi odori e come pensano di risolvere lo smaltimento dei fanghi attualmente stoccati dentro l'impianto. Si tratta infatti di rifiuti speciali che necessitano di particolari autorizzazioni per essere stoccati e smaltiti in discarica.
Il depuratore realizzato a Piraino è forse il migliore impianto di depurazione di acque reflue della Sicilia poichè dotato di tutta la filiera di depurazione e di impianti moderni. Ma come un'automobile bisogna saperla guidare altrimenti i risultati possono essere disastrosi. Il buon funzionamento del depuratore dipende innanzitutto dalla manutenzione e dalla gestione che deve essere affidata a personale qualificato e non ad operai improvvisati tecnici.
Le proposte lanciate dai consiglieri sono molto valide e permetterebbero di migliorare la qualità ambientale del territorio. Tra le proposte vi è quella della realizzazione di una fascia tampone sotto forma di parco urbano con alberi ad alto fusto posta a cintura intorno all’impianto. Gli alberi oltre a limitare eventuali rilasci di sostanze maleodoranti, permetterebbero di ricostruire il paesaggio naturale rendendolo fruibile ai cittadini. Cosa che peraltro succede nelle Città estere più sensibili all’ambiente: gli impianti di depurazione sono all’interno dei parchi o al centro delle città. Un depuratore funzione con la corrente elettrica e consuma tanto. A pagare è la collettività. Da qui la proposta di Ceraolo e Natoli di installare una mini centrale solare sui tetti dell’impianto. Il progetto permetterebbe di azzerare gli alti costi di consumo elettrico oltre a produrre un reddito dalla vendita dell’energia elettrica in eccesso. Un reddito che potrebbe contribuire ai costi di gestione dell’impianto. Un’idea innovativa che permetterebbe di alleggerire i costi per i cittadini.
Lo stesso discorso vale per l’impianto di clorazione. Il cloro generalmente viene aggiunto alle acque in uscita a mare per disinfettarle. Lo stesso avviene per l’acqua potabile. Ma il cloro è una sostanza chimica che reagisce formando composti cancerogeni. Esistono dispositivi, che permettono la disinfezione delle acque utilizzando una semplice lampada che emette raggi U.V. (classica luce blu). Nessun costo per acquistare sacchi di cloro, nessun inquinamento per il mare, conseguente risparmio nei costi di gestione del depuratore.
Tocca adesso agli Amministratori e ai nostri politici saper cogliere l’importanza di queste proposte, che non hanno nulla di extraterrestre, e metterle in pratica.
Stiamo parlando del nuovo impianto di depurazione, il cui iter venne sbloccato dall'ex amministrazione Princiotta, che servirà i Comuni di Piraino, Brolo e S.Angelo di Brolo appartenenti al consorzio. Nonostante le numerose resistenze di personaggi che sognavano palazzine al posto del depuratore oggi l'impianto è lì. Un toccasana per il mare e il turismo che su questo si fonda. Ufficialmente è ancora in fase di collaudo ma durante l'estate, periodo di massimo apporto fognario, in alcuni giorni la sua presenza si è fatta sentire. A rassicurare sul funzionamento i tecnici che hanno garantito che le emissioni di cattivi odori sono causati dalla fase di collaudo e dal fatto che l'impianto non è ancora a regime.
Ma per saperne di più su come sono stati risolti i problemi e per lanciare proposte ai Sindaci del Consorzio sono intervenuti in questi giorni i consiglieri di opposizione del Comune di Piraino Marco Ceraolo Spurio e Ignazio Natoli. Con una lettera interrogazione hanno chiesto ai Sindaci del consorzio di conoscere come hanno risolto il problema delle emissioni di cattivi odori e come pensano di risolvere lo smaltimento dei fanghi attualmente stoccati dentro l'impianto. Si tratta infatti di rifiuti speciali che necessitano di particolari autorizzazioni per essere stoccati e smaltiti in discarica.
Il depuratore realizzato a Piraino è forse il migliore impianto di depurazione di acque reflue della Sicilia poichè dotato di tutta la filiera di depurazione e di impianti moderni. Ma come un'automobile bisogna saperla guidare altrimenti i risultati possono essere disastrosi. Il buon funzionamento del depuratore dipende innanzitutto dalla manutenzione e dalla gestione che deve essere affidata a personale qualificato e non ad operai improvvisati tecnici.
Le proposte lanciate dai consiglieri sono molto valide e permetterebbero di migliorare la qualità ambientale del territorio. Tra le proposte vi è quella della realizzazione di una fascia tampone sotto forma di parco urbano con alberi ad alto fusto posta a cintura intorno all’impianto. Gli alberi oltre a limitare eventuali rilasci di sostanze maleodoranti, permetterebbero di ricostruire il paesaggio naturale rendendolo fruibile ai cittadini. Cosa che peraltro succede nelle Città estere più sensibili all’ambiente: gli impianti di depurazione sono all’interno dei parchi o al centro delle città. Un depuratore funzione con la corrente elettrica e consuma tanto. A pagare è la collettività. Da qui la proposta di Ceraolo e Natoli di installare una mini centrale solare sui tetti dell’impianto. Il progetto permetterebbe di azzerare gli alti costi di consumo elettrico oltre a produrre un reddito dalla vendita dell’energia elettrica in eccesso. Un reddito che potrebbe contribuire ai costi di gestione dell’impianto. Un’idea innovativa che permetterebbe di alleggerire i costi per i cittadini.
Lo stesso discorso vale per l’impianto di clorazione. Il cloro generalmente viene aggiunto alle acque in uscita a mare per disinfettarle. Lo stesso avviene per l’acqua potabile. Ma il cloro è una sostanza chimica che reagisce formando composti cancerogeni. Esistono dispositivi, che permettono la disinfezione delle acque utilizzando una semplice lampada che emette raggi U.V. (classica luce blu). Nessun costo per acquistare sacchi di cloro, nessun inquinamento per il mare, conseguente risparmio nei costi di gestione del depuratore.
Tocca adesso agli Amministratori e ai nostri politici saper cogliere l’importanza di queste proposte, che non hanno nulla di extraterrestre, e metterle in pratica.
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